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I pinakes rappresentano uno degli esempi artistici più alti e raffinati che il mondo della Magna Grecia ci ha tramandato. Sono delle sottili tavolette votive rettangolari in terracotta, decorate a basso rilievo, risalenti ad un periodo compreso tra il 490 e il 450 a. C., rinvenuti in frantumi all'interno di grandi depositi votivi riportati alla luce durante gli scavi condotti presso il Santuario della Mannella a Locri Epizefirii.
La dea Persefone era venerata dai locresi perchè incarnava il simbolo gioioso della vita e della giovinezza e quello funesto del tramonto dell'esistenza. Le offerte votive avevano lo scopo di propiziare i favori della divinità in modo che tenesse lontana la morte e facesse fluire il ritmo della vita.
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Fedele riproduzione artistica in terracotta, decorata a basso rilievo, del pinax raffigurante la dea della resurrezione figlia di Demetra in trono con Ares. V sec. a. C. - Museo Nazionale di Reggio Calabria.
Misure 22x24.
Fedele riproduzione artistica in terracotta, decorata a basso rilievo, del pinax raffigurante Ade nell'atto di rapire Kore su una quadriglia di cavalli alati. V sec. a. C. - Museo Nazionale di Reggio Calabria.
Misure 22x17.
Fedele riproduzione artistica in terracotta, decorata a basso rilievo, del pinax raffigurante Persefone, dea del grano, in trono con un mazzo di spighe e un gallo, animale simbolico che canta all'alba per annunciare l'arrivo del giorno e quindi il passaggio dal buio alla luce. Di fronte a lei, Dioniso reca in mano un kantharos e un tralcio di vite, che richiamano il legame del dio con il vino.
V sec. a. C. - Museo Nazionale di Reggio Calabria.
Misure 22x23.